GROTTE TEMPIO
Il buddhismo ha lasciato, nel suo cammino dall’India verso la Cina lungo la Via della Seta, una serie di testimonianze grandiose: le grotte-tempio. TurismoinCina.it ha scelto le quattro più belle, senza dimenticare altre testimonianze che trovate all’interno del sito (categoria: grotte-tempio). Si comincia con le Grotte di Mogao costuite a partire dal 366, fino ad arrivare a quelle di Longmen iniziate dagli Wei nel 494. Quattro grandi testimonianze di una religione che ha lasciato una forte e duratura imponta sulla Cina medievale.
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Le Grotte di Mogao (莫高窟), conosciute anche come le “Grotte dei Mille Buddha”, rappresentano la più grande collezione di arte buddhista del mondo: 500 grotte, 2.000 statue e oltre 45 mila mq di pitture parietali distribuite per 1,6 km lungo le pareti rocciose delle Singing Sand Mountains. Nel 1987 sono state dichiarate Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Situate 25 km a sud-est di Dunhuang, le Grotte di Mogao sono state scavate nel corso di 10 dinastie dal IV al XIV secolo. La prima grotta si fa risalire al 366, secondo una leggenda in cui un monaco buddhista, chiamato Yue Zun, una notte di quell’anno sognò mille Buddha sotto una pioggia di raggi dorati e convinse quindi un ricco pellegrino della Via della Seta a fondare il primo tempio a Mogao. Nel corso dei successivi mille anni, mille grotte nacquero, 10 dinastie sorsero e caddero, mentre artisti più o meno ispirati finanziati da mecenati più o meno ricchi, contribuirono ad arricchire le grotte. Le ultime grotte vennero scavate durante la dinastia Yuan (1368-1644), e da allora, grazie alla loro posizione isolata, si sono autopreservate sia dai possibili assalti di invasori e persecutori del buddhismo, sia dall’erosione potendo contare sull’aria secca desertica.
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Tra le grotte-tempio che il buddhismo ha lasciato nel suo cammino lungo la Via della Seta, dall’India verso l’estremo Oriente, quelle di Maijishan (麦积山石窟) sono senza dubbio tra le più caratteristiche. Scavate sul fianco del monte omonimo, il cui significato letterale è “Monte del Covone di Grano” vista la somiglianza con un fascio di spighe, le 194 grotte accolgono 7.200 sculture e 1.000 metri quadrati di affreschi, che raccontano lo sviluppo nei secoli dello stile artistico buddhista cinese. Si presume che le prime grotte siano state scavate durante il periodo detto dei Sedici Regni (304-439), per poi continuare sotto la dinastia dei Wei settentrionali (386-534), i cui sovrani, animati da grande passione religiosa, furono tra i massimi fautori del buddhismo in Cina, come dimostrano altre due celebri grotte-tempio costruite negli anni successivi sotto il loro regno: Yangang, nello Shanxi, e Longmen, nello Henan, entrambe Patrimonio dell’Umanità Unesco. Si continuò a costruire anche successivamente, tanto che le ultime grotte risalgono alla dinastia Qing (1644-1911).
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Le Grotte di Yungang (云冈石窟) sono un antico sistema di caverne che si trova nei pressi di Datong, nella provincia dello Shanxi, in Cina. Esse sono uno dei migliori esempi di architettura scavata nella roccia e dei tre più famosi sistemi di grotte della Cina, insieme alle grotte di Mogao e alle grotte di Longmen. Le grotte vennero scavate principalmente durante la Dinastia Wei, fra il 460 e il 525, e costituiscono un notevole insieme di templi dedicati al Buddhismo. In tutto il complesso si contano 252 caverne e oltre 51.000 statue di Buddha, delle dimensioni più varie. Nel 2001 le grotte di Yungang sono state inserite nell’elenco dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO.
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Le grotte di Longmen (龍門石窟, le grotte della porta del Drago) sono una serie di santuari rupestri che si trovano vicino a Luoyang, nella provincia dello Henan. La costruzione del complesso iniziò nel 493 d.C. sotto l’imperatore Xiaowen della dinastia dei Wei Settentrionali (386-534) e comprende 2.345 grotte e nicchie, 2.800 iscrizioni, 43 pagode e oltre 100 mila immagini del Buddha. Il 30% delle caverne risale alla dinastia Wei, il 60% alla dinastia Tang e il 10% ad altri periodi. Dal 2000 sono patrimonio dell’umanità dell’UNESCO.